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CALCIO SCOMMESSE.NEI GUAI ATALANTA E SIENA
 

 

 

 

Milano, 5 giu. (TMNews) - Il Siena avrebbe pagato direttamente i giocatori del Sassuolo per vincere la partita del 27 marzo 2011 poi finita 4-0.


Questo è quanto emerge dalle carte dell'inchiesta sul calcio scommesse della procura di Cremona, per la quale sono già finite in carcere 16 persone, tra cui Beppe Signori.


Dopo l'Atalanta, la cui posizione si sarebbe aggravata dopo le ammissioni degli indagati, ora è il Siena che viene chiamato direttamente in causa da uno degli arrestati, quel Massimo Erodiani ritenuto dagli inquirenti una figura centrale dell'intera inchiesta. Entrambe le squadre si sono direttamente qualificate per il passaggio in serie A.


Erodiani affermava che il Siena - scrive il Gip Guido Salvini - aveva pagato da parte sua altri giocatori del Sassuolo". Le parole sono contenute in una telefonata, che è riportata nelle carte, del 24 marzo 2011 tra Erodiani e Marco Paoloni.


In particolare dalle carte si evince che i giocatore del Sassuolo che avrebbero preso accordi con il Siena erano Quadrini, Pomini e Bianco.


Domani si apre una settimana cruciale per l'inchiesta sul calcioscommesse, mentre sul campionato si agita lo spettro delle retrocessioni.


Il Procuratore Roberto Di Martino che coordina le indagini ascolterà diversi arrestati, mentre il Gip Guido Salvini sentirà le persone che dal 1 giugno scorso si trovano agli arresti domiciliari.


Nel pomeriggio dalle 15.30 il Gip interrogherà i giocatori dell'Ascoli Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese (che si trovano entrambi ai domiciliari), mentre mercoledì toccherà a Beppe Signori.


Di Martino sentirà martedì il medico odontoiatra Marco Pirani, il giorno seguente Massimo Erodiani e Giorgio Buffone, ds del Ravenna Calcio, mentre venerdì sarà il turno del portiere Marco Paoloni.



Dal Corriere dello Sport           


ROMA, 5 giugno - Altra giornata calda per lo scandalo scommesse. Vi aggiorniamo minuto per minuto con le notizie che arrivano dalla Procura di Cremona.





BERGAMO REAGISCE, NON CI CREDIAMO - PER INCHIESTA SI APRE SETTIMANA CRUCIALE, NUOVI INTERROGATORI
Tutta Bergamo, e non solo i tifosi dell'Atalanta, reagisce compatta e sdegnata alle accuse provenienti da Cremona, dove questa settimana è prevista una accelerata dell'inchiesta del procuratore Roberto Di Martino sulle partite truccate che ha portato a 16 attesti e a oltre 20 indagati a piede libero. I bergamaschi difendono a spada tratta sia la società, sia il capitano-bandiera della squadra, Cristiano Doni, e i tifosi stanno anche preparando anche delle mobilitazioni per difendere l'onore della squadra orobica.


A renderlo noto è un esponente storico del tifo nerazzurro, Daniele Belotti, che è assessore regionale lombardo al Territorio. "Per i prossimi giorni a Bergamo - ha detto Belotti - è in preparazione una mobilitazione dei tifosi che vogliono coinvolgere anche le istituzioni e gli ex giocatori dell' Atalanta". L'assessore leghista, che ha anche scritto un libro dal titolo 'Atalanta folle amore nostrò e che nel suo ufficio in Regione ha un ritratto di Doni, dice apertamente che si tratta di un "dramma". "Ci sono molta preoccupazione, tantissima indignazione e rabbia da parte dei tifosi verso la stampa nazionale che ha già condannato l'Atalanta - spiega -. Di fronte a telefonate in cui non figura mai Doni hanno titolato tutti che la situazione è peggiorata senza dire perchè".


La squadra, neopromossa in serie A, "non è la sola che ha da perdere - ha aggiunto Belotti - ma si sta centrando comunque tutto sull'Atalanta: il rischio è che stia diventando il capro espiatorio di tutti". Ed è per questo che da parte dei tifosi "c'è una difesa a oltranza della società e di Doni e indignazione verso la stampa nazionale". Toni più morbidi dal sindaco di Bergamo, Franco Tentorio: "Aspetto di avere qualche notizia più chiara. Leggendo i giornali mi sembra che ci siano elementi estremamente modesti, ma la discriminante è se c'è una colpevolezza", spiega Tentorio, anch'egli atalantino doc visto che il padre, Luigi, ha giocato 104 partite nella squadra di cui poi è stato vicepresidente per 25 anni.


"Se c'è colpevolezza è grave per l'Atalanta e per lo sport bergamasco - aggiunge -. Se non c'è colpevolezza è gravissimo per l'immagine della squadra e dell'atleta. In ogni caso per l'Atalanta è una cosa grave". Tentorio non commenta l'intenzione dei tifosi di organizzare una manifestazione ma non vuole sentir parlare di capri espiatori perche "la mania di persecuzione non ci appartiene". "In questa fase - dice Tentorio - la cosa più seria è aspettare i fatti che non ho ancora letto. Le sentenze le fanno i magistrati giudicanti non i pm. E colpisce l'assoluta mancanza di prove dirette".


Domani, davanti al gip Guido Salvini, sono attesti due giocatori dell'Ascoli finiti ai domiciliari. Poi a seguire nei prossimi giorni una lunga serie di indagati: dall'ex azzurro Beppe Signori all'ex portiere della Cremonese, poi del Benevento, Marco Paoloni. Quest'ultimo sarà interrogato dal pm, dopo la sua scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al giudice 






SI CERCA "TESORETTO" MARCO PIRANI, FORSE IN BANCA ANCONA
Il grande calcio, la serie A, ormai sono un ricordo lontano, ma se non brillano più sui campi di gioco le Marche del pallone si ritagliano un ruolo, in negativo, come crocevia del calcioscommesse. Almeno stando alle carte dell'inchiesta aperta dalla procura di Cremona.


Dal dentista sirolese Marco Pirani, uomo chiave "della rete di rapporti stabili diretti alla manipolazione delle partite" (così scrive il Gip Guido Salvini), all'ex giocatore dell'Ancona ed ex capitano dell'Ascoli Vincenzo Sommese, passando per il bianconero Vittorio Micolucci e la titolare dei centri scommesse Francesca La Civita, per finire con Gianfranco Parlato, ex di Samb e Ancona, che vive a Grottammare (Ascoli Piceno), e ora con le sue dichiarazioni fa tremare l'Atalanta. Di Pirani, 55 anni, ex responsabile del settore giovanile dell'Ancona di Ermanno Pieroni, testimone, nel 2004, dell'arresto del patron per truffa e falso in bilancio, si cerca il presunto "tesoretto" accumulato con quelle che il medico ha definito semplici "dritte" ottenute prima delle puntate.


Una segnalazione girata dalla Squadra mobile di Ancona alla procura lombarda indica l'esistenza di una cassetta di sicurezza riconducibile a Pirani in un istituto di credito di Camerano (Ancona). L'ipotesi è che lì sia custodita parte degli assegni e soprattutto del denaro contante frutto delle combine. Nessun sequestro per ora, in attesa di disposizioni della magistratura inquirente, ma si sa che almeno un assegno agli atti dell'inchiesta è transitato da una banca di Camerano. È Pirani il medico che firmò la ricetta del sonnifero, a suo dire destinato alla moglie di Marco Paoloni, poi versato dal portiere della Cremonese (ex dell'Ascoli) nel the dei compagni per depotenziarli prima della gara con la Paganese. Davanti al gip, il dentista è stato il primo indagato a parlare, aprendo squarci anche su alcune partite della serie A.


Martedì verrà sentito dal pm Roberto Di Martino, e il difensore, l'avvocato Alessandro Scaloni, si appresta a fare istanza di scarcerazione. Centinaia di pagine di intercettazioni delle sue conversazioni con il titolare di agenzie di scommesse Massimo Erodiani sembrano lasciare pochi dubbi sul ruolo di Pirani. Ma lui vuole dimostrare di "non essere un criminale". Sostiene di aver cominciato a scommettere per rientrare da un prestito di poco più di 100 mila euro fatto a Sommese. Il calciatore gli girava qualche soffiata sulle partite combinate, e lui puntava.


Domani, Sommese e Vittorio Micolucci (ai domiciliari a Colli del Tronto e Ascoli) compariranno davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia. L'Ascoli Calcio teme che una penalizzazione vanifichi la faticata salvezza in B, e intanto si è costituita parte offesa nel procedimento, in cui è indagato a piede libero anche un altro suo tesserato, Alex Pederzoli.






AVVOCATO PAOLONI: «MARCO IN GIRO PIÙ GROSSO DI LUI»
Marco Paoloni "è finito in un giro più grosso di lui", ha "peccato di ingenuità" e per questo si ritrova in carcere. Più legge le carte dell'inchiesta sul calcioscommesse e più l'avvocato Emanuela Di Paolo - che assiste il portiere della Cremonese e poi del Benevento al centro dell'indagine della procura di Cremona - si convince che se ci sono responsabilità di Paoloni sono dovute principalmente a due fattori: soffrire di "dipendenza da gioco" e, soprattutto, "essersi fidato e affidato a qualcuno da cui invece sarebbe dovuto rimanere lontano".


Il portiere sarà sentito venerdì dal pm De Martino e in quell'occasione parlerà, a differenza di quanto fatto davanti al Gip. Perchè quel che più preme al giocatore in questo momento è uscire dal carcere. "Ha gli occhi sempre lucidi, è preoccupato per la moglie e la figlia - ripete l'avvocato - perchè sa di aver rovinato tutto". "Cercheremo di fare chiarezza sulle parole che avrebbe detto nelle telefonate - sottolinea poi il legale - e nel caso emergano delle responsabilità chiederemo dei provvedimenti conseguenti".


L'avvocato Di Paolo non entra nei dettagli dell'inchiesta, ma lascia intendere quel che i magistrati sospettano da tempo: in decine di occasioni Paoloni ha millantato di poter far pressione su giocatori e squadre, anche di serie A. Ma in realtà non aveva alcun contatto.


Ad attendere le spiegazioni del marito c'è soprattutto Michela, la giovane moglie che dopo aver scambiato uno sguardo con lui nei corridoi della procura di Cremona, si è chiusa in casa dei genitori a Civitavecchia. "Per proteggere mia figlia, che è una bambina di soli tre anni che continua a chiedere di suo papà". Ma secondo lei perchè Marco è finito in quel giro? "Non lo so, non so nulla - risponde - Voglio capire anche io cosa è successo". Ma lei non aveva capito la situazione di suo marito?. "Dobbiamo ancora vedere tutto - si limita a dire Michela - abbiate un pò di pazienza, soprattutto per la bambina. Dobbiamo ancora capire". 






ERODIANI: «IL SIENA PAGO' IL SASSUOLO»
 
Il Siena avrebbe pagato direttamente i giocatori del Sassuolo per vincere la partita (poi finita 4-0). È quanto emerge dalle carte dell'inchiesta sul calcio scommesse della procura di Cremona, per la quale sono già finite in carcere 16 persone, tra cui Beppe Signori. Dopo l'Atalanta, la cui posizione si sarebbe aggravata dopo le ammissioni degli indagati nel corso dell'interrogatorio di garanzia, ora è il Siena che viene chiamato direttamente in causa da uno degli arrestati, quel Massimo Erodiani ritenuto dagli inquirenti una figura centrale dell'intera inchiesta.


"Erodiani affermava che il Siena - scrive il Gip Guido Salvini - aveva pagato da parte sua altri giocatori del Sassuolo". Parole contenute nella telefonata che è riportata nelle carte, del 24 marzo 2011, tra Erodiani e Marco Paoloni, in cui quest'ultimo sottolinea che se le cose stanno così è inutile andare avanti nel tentativo di trovare un accordo con i giocatori del Sassuolo e pagarli. Erodiani: "Comunque si vocifera che hanno preso pure i soldi dal Siena eh" Paoloni: "ah si?" Erodiani: "" Paoloni: "addirittura..." Erodiani: "quindi vedi un pò quindi". Paoloni: "allora se è cosi lasciamo perdere, cioè nel senso senza che pure glieli devi dare agli altri".


A chiamare il causa la società è anche Antonio Bellavista, l'ex capitano del Bari finito in carcere. "Erodiani chiedeva a Bellavista se avesse sentito anche i giocatori del Siena - scrive il Gip - e questi rispondeva che stava cercando di contattarli. In particolare aveva chiamato Stefano Bettarini affermando che il Siena si era mosso di persona e che al momento i giocatori del Sassuolo d'accordo erano Quadrini, il portiere e il centrale".






FIGC INASPRIRA' PENE CONTRO OMERTA' 
Inasprimento delle pene per le scommesse e l'illecito sportivo, e soprattutto tolleranza zero contro l'omertà, ovvero i casi di omessa denuncia, con un aumento delle sanzioni.


Sono alcune delle misure allo studio della Federcalcio, dopo lo scandalo del calcioscommesse. Le linee della modifica del codice di giustizia sportiva ai capitoli 'scommesse' e 'illecito sportivo' (artt. 6 e 7) saranno annunciate domani dalla Federcalcio in Giunta Coni, e poi discusse dal consiglio federale in programma giovedì prossimo.


La Figc indicherà anche la via di un processo sportivo dall'iter accelerato e dai termini abbreviati, nella tutela dei diritti di difesa. Dopo l'incontro di questa mattina tra Abete, Petrucci e Pagnozzi, un comunicato congiunto di Coni e Federcalcio ha ribadito l'esigenza di una "maggior collaborazione con gli organi dello Stato", e la stessa esigenza sarà ribadita domani in Giunta Coni.






INCONTRO PETRUCCI-ABETE 
"Più collaborazione con gli organi dello Stato quali presidenza del consiglio dei ministri , monopoli e ministeri dell'Economia, interno e giustizia". È questo il senso di un comunicato congiunto diramato da Coni e Figc al termine dell'incontro di questa mattina per affrontare l'emergenza del Calcioscommesse.


Questo il testo della nota: "Il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Petrucci, ha incontrato questa mattina al Foro Italico il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giancarlo Abete, alla presenza del Segretario Generale del CONI, Raffaele Pagnozzi. L'incontro è servito per un'organica riflessione sugli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria della procura della Repubblica di Cremona, anche in vista della riunione della Giunta Nazionale del CONI in programma domani, 6 giugno, con inizio alle 14.30. 


Nel ribadire il pieno e totale sostegno agli organismi inquirenti, CONI e FIGC hanno convenuto sulla necessità di rafforzare le forme di collaborazione tra soggetti preposti alla tutela dell'ordine statuale e quelli preposti all'ordine sportivo, in particolare la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell'Economia (AAMS), il Ministero dell'Interno e il Ministero della Giustizia, al fine di mettere in funzione ulteriori strumenti operativi utili a contrastare il fenomeno delle attività illecite collegate alle scommesse.


Il Presidente Abete, domani, comunicherà alla Giunta CONI il quadro delle immediate iniziative che la FIGC adotterà in previsione del Consiglio Federale, già programmato per il 9 giugno, per favorire quanto più possibile la celerità di tutti gli adempimenti connessi alle problematiche emerse negli ultimi giorni".






PIRLO: SIAMO ANCORA SCOSSI
"Lo scandalo scommesse rappresenta una pagina bruttissima per tutto il calcio italiano, siamo ancora tutti scossi". Lo ha detto Andrea Pirlo, commentando l'ennesimo scandalo che sta travolgendo il nostro mondo del pallone. Il neojuventino, dal ritiro di Coverciano, era stato uno dei primi ad esprimere la sua rabbia e la sua indignazione dopo le prime notizie, rabbia e indignazione che ancora oggi sono forti e non potrebbe essere altrimenti.


"Aspettiamo gli sviluppi, certo che è una cosa molto brutta per noi, per tutto l'ambiente, per i tifosi, in particolar modo per i bambini che iniziano a giocare a calcio - ha sottolineato Pirlo - chi è coinvolto è più stupido o delinquente? Io dico che chi gioca a calcio è già un privilegiato e quindi non si ha bisogno di fare certe cose per guadagnare di più. Sta all'intelligenza delle persone comportarsi in un certo modo".


Nei giorni scorsi Prandelli, parlando del calcioscommesse, ha evidenziato l'eccessivo numero di società calcistiche in Italia, di qui la necessità di riformare i campionati, di cui si parla da tempo: "In Italia ci sono sempre stati tanti club, penso alla B, alla serie C - ha commentato Pirlo - vero che ci sono tanti calciatori, ma come ho detto sta all'intelligenza di ciascuno di noi comportarsi in un certo modo e decidere cosa fare".






GALANTE, 'FABIO IL BELLO' NON SONO IO 
"Fabio il bello non sono io. Dispiace leggere queste insinuazioni e tutto ciò che sta succedendo. Ci sono delle persone che tirano in ballo nomi di calciatori solo per far vedere di avere conoscenze". Intervistato da Radio Sportiva, Fabio Galante, ex difensore dell'Inter, sottolinea di non essere coinvolto nell'inchiesta della Procura dui Cremona e di non essere lui il personaggio, chiamato appunto 'Fabio il bello', di cui si parla in alcune intercettazioni.


"Io non ho mai scommesso in vita mia - dice ancora Galante -. Fino a due giorni fa non sapevo nemmeno cosa fosse un Under o Over. I soldi vanno sudati, bisogna guadagnarseli con il lavoro". Comunque Galante ammette di conoscere una delle persone coinvolte nell'inchiesta, ed attualmente in carcere, l'odontoiatra di Ancona Marco Pirani.


"Lo conosco, lui frequenta il mondo del calcio e tifa Inter - dice Galante -. Ma non avrei mai pensato che si occupasse di tutte queste cose. E da due anni che non lo sento". 






ATALANTINI PREPARANO MOBILITAZIONE
Sono arrabbiati i tifosi dell' Atalanta, dopo che il nome della loro squadra è finito su tutti i giornali per la nuova inchiesta sul calcioscommesse e per difendere la loro società stanno preparando una mobilitazione. "Per i prossimi giorni a Bergamo - ha spiegato un tifoso storico, l'assessore regionale al Territorio Daniele Belotti - è in preparazione una mobilitazione dei tifosi che vogliono coinvolgere anche le istituzioni e gli ex giocatori dell' Atalanta".


Per spiegare quanto sia tifoso l'assessore leghista, basti dire che ha scritto un libro dal titolo 'Atalanta folle amore nostro' e che nel suo ufficio in Regione ha in bella mostra un ritratto di Cristiano Doni, il capitano della squadra ora indagato.


 "È un dramma - ha detto -. Ci sono molta preoccupazione, tantissima indignazione e rabbia da parte dei tifosi verso la stampa nazionale che ha già condannato l'Atalanta. Di fronte a telefonate in cui non figura mai Doni hanno titolato tutti che la situazione è peggiorata senza dire perchè".


La squadra, neopromossa in serie A, "nonè la sola che ha da perdere - ha aggiunto Belotti - ma si sta centrando comunque tutto sull'Atalanta: il rischio è che stia diventando il capro espiatorio di tutti". E che alla fine "più che la giustizia sportiva prevalga quella mediatica" e ai bergamaschi si voglia dare una punizione "esemplare". Ed è per questo che da parte dei tifosi "c'è una difesa a oltranza della società e di Doni e indignazione verso la stampa nazionale".






BOLOGNA: CONSORTE, SPERO NON SIA VERO 
"Spero sinceramente che non sia vero, mi dispiacerebbe. Lo dico perchè il calcio ha già problemi enormi, le squadre hanno livelli di indebitamento molto alti". Questo il commento dell'ex manager di Unipol, ora presidente di Intermedia, Giovanni Consorte, sull'inchiesta del calcioscommesse. "Il calcio è uno sport popolare - ha detto Consorte all'ANSA - se la gente vede che le cose non sono portate avanti in modo corretto si disinnamora e si allontana". 






RAVENNA, PRIMA RIUNIONE
Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci - confermato alle recenti elezioni amministrative - ha annunciato che martedì nella prima riunione di Giunta affronterà anche la questione relativa a 'Last Bet', l'inchiesta della Procura di Cremona che vede tra gli accusati anche sei persone legate alla squadra di calcio della città romagnola. Il tema verrà poi portato nel primo consiglio comunale di giovedì.


"Io, il vicesindaco, i tre assessori confermati e i cinque assessori di nuova nomina - ha precisato Matteucci in una nota - siamo al lavoro da martedì scorso. Le turbolenze politiche di questi giorni non hanno minimamente inciso sulla piena operatività del nostro lavoro di amministratori. Martedì prossimo alle 15" ci sarà "la prima riunione della nuova Giunta. L'avevo predisposta" per impostare il "lavoro per i prossimi cinque anni", ha osservato. Ma oltre a questo tema si dovrà "affrontare l'argomento che ci è stato scaraventato sul tavolo dalla maxi-inchiesta della Procura cremonese: il futuro del Ravenna Calcio.


Le dichiarazioni dell'avvocato", Alfonso Vaccari di Rimini, "e del direttore sportivo", Giorgio Buffone, in carcere a Cremona, "se le ho ben comprese, sono una prima conferma del quadro accusatorio". E così la giunta "affronterà le enormi implicazioni che gli effetti di quanto verrà accertato dalle indagini scaricheranno sulla città. Giovedì porterò io la questione calciopoli in consiglio comunale" in occasione della prima riunione.


E per questo "sono molto dispiaciuto perchè la immaginavo come" un incontro dedicato "a ben altri temi. Oggi pomeriggio, con il turbamento profondo e l'amarezza che condivido con i tifosi della squadra, sarò allo stadio Benelli" dove il Ravenna si gioca la permanenza nella Prima Divisione contro l'Alto Adige. "In un giorno così amaro il dovere del sindaco è quello di esserci, e io ci sarò".






RAVENNA; SI DIMETTE PRESIDENTE ONORARIO CLUB 
Il presidente onorario del Ravenna Calcio, Vidmer Mercatali, senatore del Pd ed ex sindaco della città romagnola, ha rassegnato le dimissioni dalla carica che occupava nella società sportiva giallorossa.


"Sono dispiaciuto e amareggiato per ciò che sta succedendo al Ravenna Calcio - ha precisato in una lettera -. Stanno emergendo gravi e pesanti responsabilità individuali e personali per reati che, se accertati, dovranno essere perseguiti in modo chiaro e netto. Personalmente ho piena fiducia nella magistratura e sono certo che il 'marciò verrà fuori nell'interesse del calcio, che è uno sport troppo bello per essere rovinato - ha proseguito -.


Mi sono impegnato come volontario nel Ravenna Calcio perchè con Gianni Fabbri", presidente della società e indagato a piede libero nell'ambito dell'inchiesta cremonese, "condivido un rapporto di amicizia e il progetto sportiv