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OLIMPIADI 2020. PALERMO AVANZA LA SUA CANDIDATURA
 

 

Roma, 13 ott. - (Adnkronos) - Dopo Roma e Venezia, anche Palermo manifesta l'intenzione di candidarsi per organizzare le Olimpiadi del 2020. La corsa ai Giochi in programma tra 11 anni ufficialmente non e' ancora cominciata, visto che il Comitato olimpico internazionale (Cio) non ha indicato i termini per la presentazione delle candidature.

 

L'iter potrebbe essere ufficializzato entro la fine del 2010: l'Italia, quindi, ha circa un anno per discutere e individuare la citta' su cui puntare. Spetterà, dunque al CONI la decisione finale sull'unica candidatura ufficiale da presentare al CIO.

 

La Carta Olimpica, infatti, stabilisce che i Giochi debbano svolgersi in una sola citta': non e' contemplata, quindi, l'ipotesi di una manifestazione divisa a meta' tra due diverse localita'. Proprio per questo motivo, in particolare, e' destinato a naufragare il suggestivo progetto giapponese di promuovere il binomio Hiroshima-Nagasaki.

 

La scorsa settimana il Cio ha assegnato a Rio de Janeiro le Olimpiadi del 2016. La citta' carioca ha avuto la meglio nella votazione finale, a Copenhagen, su Madrid. La sconfitta della capitale spagnola autorizza ad ipotizzare il ritorno dei cinque cerchi in Europa nel 2020.

 

 

Olimpiadi

 

La Regione Siciliana candida Palermo come sede delle Olimpiadi del 2020.

 

La candidatura sarà presentata ufficialmente giovedì a Roma alle 15.30 nella sede dell'Associazione Stampa estera in Italia, in via dell'Umiltà, dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e dall'assessore regionale al Turismo e allo Sport, Nino Strano.
 


Saranno presenti anche alcuni componenti del Comitato promotore, esponenti del mondo dell'imprenditoria, della cultura e dello sport.  E' la terza candidatura italiana dopo Roma e Venezia.
 

 

 

 

 

Giochi 2020: primo passo Hiroshima

 

Giochi 2020, il Cio boccia Hiroshima e Nagasaki

 

Il Comitato Olimpico Internazionale blocca la candidatura congiunta delle due città giapponesi distrutte dal bombardamento nucleare durante la 2^ guerra mondiale. "Una sola città può ospitare i Giochi".

 

 

Il Comitato Olimpico Internazionale boccia la candidatura congiunta che Hiroshima e Nagasaki hanno intenzione di lanciare per le Olimpiadi del 2020. Gilbert Felli, direttore esecutivo del Cio per i Giochi, ha spiegato all'agenzia di stampa nipponica Kyodo News che la Carta Olimpica "stabilisce chiaramente che una sola città può ospitare le Olimpiadi": "La Carta - ha aggiunto il dirigente - non consente a due città di condividere l'organizzazione dei Giochi. Al momento la risposta è no".

 

 

http://newsjunkiepost.com/2009/08/07/hiroshima-survivor-remembers-that-horrific-day/http://www.wagingpeace.org/menu/issues/nuclear-weapons/hiroshima.htmhttp://www.psychologytoday.com/blog/aspergers-diary/200808/hiroshima-and-nagasaki-failure-empathyhttp://themodulator.org/archives/002690.htmlhttp://fugato.net/2004/11/17/hiroshima-a-military-base/

 



Hiroshima e Nagasaki, le due città giapponesi distrutte dal bombardamento nucleare dell'aviazione statunitense nella Seconda Guerra Mondiale, hanno anticipato una candidatura congiunta domenica lanciando un progetto incentrato sulla promozione della pace nel mondo.

 

 

 

 

Le parole di Pescante - "Tre candidature troppe? Partecipano alla gara tutti quelli che ritengono di avere le condizioni, poi sarà il Coni a decidere". Lo ha detto il neo vicepresidente del Cio Mario Pescante a Sky Sport 24 in riferimento alla candidatura di Palermo per le Olimpiadi del 2020 che si aggiunge a quelle di Roma e Venezia.

 

"L'importante - prosegue Pescante - che poi la scelta venga accettata da coloro che non hanno ottenuto la designazione. Serve unità di intenti generali e una volta assunta la decisione si va avanti uniti.

 

Di certo non siamo noi come Italia i favoriti, sono d'accordo con Carraro, ma già presentare una candidatura, sostenerla e battersi dà dimostrazione di un paese vitale.

 

Cosa ci vuole per puntare alla vittoria? Mi sono occupato di dossier olimpici in 3 edizioni: prima serve il consenso nazionale politico e dell'opinione pubblica, poi il sostegno delle autorità di governo, garanzie precise di coprire gli oneri, soprattutto quelli infrastrutturali e si va dai 12-13 miliardi di Atene ai 7-8 preventivati da Chicago, poi la costituzione di un comitato con personalità di rilievo internazionale e rappresentanti di Governo, Coni, Enti Locali".



I comitati del no -
Per la candidatura italiana Pescante teme due cose in particolare: "Temo i comitati dei no che ad esempio in occasione delle olimpiadi invernali di Torino hanno fermato la fiaccola in diverse occasioni.

 

Rispetto tutte le battaglie ma non capisco perché si cerchi la ribalta in occasione delle Olimpiadi.

 

Poi temo gli editoriali dei nostri intellettuali che conosco da tempo e che diranno che le Olimpiadi non servono e che ci sono altre priorità di spesa". 

 

 

 

 

L'Italia, e sottolineo l'Italia, porrà la sua candidatura olimpica per il Giochi del 2020".  Parola del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.

 

"Questo allo stato attuale delle cose -  aggiunge, sempre parlando con l'ANSA Letta, intervenuto alla festa inaugurale del rinnovato Circolo Tennis Parioli di Roma -  poi vedremo quale sarà la città interessata"

 

 

 

 

 

Violenta reazione del Presidente della Regione Veneta Galan alla notizia della candidatura di Palermo

 

 

"Pazienza un corno se si candida anche Palermo"

 

 

 

 13-10-09

(ASCA) - Venezia, 13 ott - ''Pazienza un corno se a candidarsi per le Olimpiadi 2020 e' anche Palermo''. Sbotta cosi' Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto.



''Venezia si muove per prima, e si muove bene, ed ecco che al carro si aggiunge Roma, che un'Olimpiade l'ha gia' avuta.



Pazienza. Pazienza un corno - sottolinea Galan - quando si viene a sapere che anche Palermo, si' proprio Palermo, il capoluogo della Regione Sicilia intende candidarsi per il 2020. In questi giorni sarebbe troppo facile impartire lezioni di etica e di politica ad una terra al contempo bellissima e tragica. Lasciamo perdere.



Ma il Veneto e Venezia non lasceranno di certo perdere il loro impegno per ottenere la grande Olimpiade che ci spetta per tutto quello che finora abbiamo fatto e che ancor di piu', e meglio, ci apprestiamo a fare''.


 

 


 

 Palermo, 13 ott. – (Adnkronos) – ”La candidatura di Palermo alle Olimpiadi del 2020 sarebbe certamente una straordinaria occasione per la nostra citta’, ma non si tratta certo di una proposta nuova ne’ originale.

 

Gia’ nel 2001 l’allora presidente della Regione Cuffaro avanzo’ questa proposta e, a supporto della candidatura, insedio’ un comitato promotore costituito da tecnici ed amministratori”. Lo afferma in una nota il sindaco del capoluogo siciliano, Diego Cammarata.

 

SICILIAINFORMAZIONI commenta così la candidatura alle Olimpiadi 2020 per la Sicilia e non solo Palermo. Quante chance? Poche, pochissime

Diavolo di un Lombardo, con tutti i guai che si ritrova a casa, vola a Roma per presentare la candidatura della Sicilia alle Olimpiadi. Nessun rispetto per il suo collega, Galan, che da qualche mese si spendeva a favore di Venezia, e per Roma, la cui “aristocrazia” e carisma avrebbe dovuto annichilire ogni altra ambizione.

Eppure nonostante l’irritualità, l’audacia sconsiderata, la fuga in avanti del proposito più folle degli ultimi anni, concorrere la candidatura alle Olimpiadi ha un fascino straordinario. Permette, per l’appunto, di sognare, così come fanno i giocatori del lotto o del totocalcio, di sperare che qualcosa d’importante finalmente arrivi nell’Isola.

Permette, per l’appunto, di sognare, così come fanno i giocatori del lotto o del totocalcio, di sperare che qualcosa d’importante finalmente arrivi nell’Isola.

 

Nell’Isola e non a Palermo, perché di questo, a nostro avviso, si tratta. Le Olimpiadi coinvolgerebbero l’intera Sicilia e non solo la città di Palermo, che li ospiterebbe in larga misura. Noblesse oblige per la capitale, ma ci sarebbe – a mò di esempio, il trapanese per la vela, Catania per il Nuoto, Agrigento per la maratona, Messina per altro ancora. Ed è per questa ragione, supponiamo, che il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, non ha concordato con il sindaco di Palermo la proposta.

O meglio, non solo per questo.

E’ come immaginare l’impossibile, sognare ad occhi aperti, fustigare la realtà, comprare il tagliando della lotteria e annunciare che sì, ho partecipato al sorteggio per i cinque milioni di euro.

 

I leader isolani non si parlano volentieri, hanno conti da fare, si sbranano che è un piacere, in special modo nel centrodestra, la cui conflittualità fa impallidire ogni altro precedente. La politica siciliana è immersa in un bagno di sangue dal quale non riesce ad uscire.

Nemmeno con le Olimpiadi?

Perché una candidatura sia presa in considerazione occorre una straordinaria unità d’intenti, e dalle reazioni della prima ora, questa unità d’intenti non c’è. Tutt’altro. Appena avuta la notizia, che Lombardo e l’assessore al Turismo, hanno riferito senza avvertire alcuno (ed è possibile che abbiano fatto bene, alla luce di ciò che è avvenuto). C’è stato un fuoco d’artificio di dichiarazioni. Alcune di scherno, altre d’incredulità, altre ancora d’indignazione. Poi sono arrivati i sospetti, la ricerca del movente, la polemica sulla primogenitura (è stato ricordato che fu il Presidente Cuffaro ad avere l’idea alcuni anni or sono, ed è vero). E’ stato detto e scritto di tutto meno che ciò che serve, candidare la Sicilia alle Olimpiadi del 2020.

Ciò premesso, riflettiamo sulle chance della Sicilia.

Ebbene, sono poche, pochissime. Tante quante ne avrebbe un giocatore che punta al jack pot.

Per quale ragione?

Esaminiamo il parterre. Le Olimpiadi del 2016 sono state aggiudicate dal Brasile di Lula. Ne aveva ben diritto, il Sud America non ne aveva ospitato alcuna edizione, il Paese è forte, in pieno sviluppo, affidabile e c’è un sacco di gente entusiasta, che farà le divine e umane cose perché siano un successo.

Il Brasile ha sconfitto avversari importanti. Anzitutto la Chicago di Mr Barack Obama, che ci teneva a regalare alla sua gente la più grande kermesse sportiva. Nel ventaglio delle candidatura c’erano anche Madrid e Tokio. La prima soprattutto, perché Tokio ha già ospitato le Olimpiadi e difficilmente gli avrebbero concesso il bis.

Il Giappone questo l’ha capito ed ha messo in campo la candidatura di Hiroshima e Nagasaki, le città che furono bombardate da un ordigno nucleare. Duecentomila vittime e generazioni di uomini e donne condannate a vivere in condominio con la morte. Terrificante.

La candidatura giapponese è prestigiosa, non c’è dubbio.

Chicago e Madrid non torneranno indietro.

Poi c’è l’Italia. Roma ci provò, se non andiamo errati, anni or sono, ma la Capitale ha già ospitato le Olimpiadi nel 1960, e questo è un gap. Resta il fascino enorme che la città esercita nel mondo, e l’autorevolezza che la candidatura concede.

Venezia? Una delle perle del nostro straordinario Paese. ma qualcuno dovrebbe spiegarci come si concilia questa candidatura con la volontà di mettere i cancelli alle porte della città e fare pagare i turisti, perché sono troppi e non è possibile ospitarli tutti. Se c’è una costante nella tendenza degli amministratori veneziani è proprio questo: il turismo “popolare” va disincentivato, la città non lo regge più.

La città di Venezia non può di sicuro ospitare le Olimpiadi. Il Veneto si serve di Venezia per potere concorrere, è indubbio.

Fra Veneto e Sicilia, ebbene, le chance maggiori le avrebbe la Sicilia, ma è solo un ragionamento teorico. Il Nord dà le carte in Italia ed è impensabile che si faccia sfuggire la candidatura italiana.

La candidatura e non le Olimpiadi, si badi bene.

Roma, per ora, non ha ufficializzato la volontà di concorrere. Se avverrà, il primo passo dovrà essere fatto in Italia con la scelta della location.